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Banca sicura, come valutare l’affidabilità di un istituto

Banca sicura, come valutare l’affidabilità di un istituto

Scegliere o cambiare banca è sempre un momento delicato, e la ricerca della “banca sicura” è sempre più esasperata, soprattutto vista la crisi reputazione che gli istituti di credito stanno vivendo a partire dal 15 settembre 2008, giorno del fallimento della Lehman Brother. Da quel momento ci sono stati svelati gli eccessi di una finanza troppo deregolamentata e, seppure le autorità di controllo abbiano successivamente attivato molti strumenti volti al contenimento del rischio per rendere il sistema bancario il più sicuro possibile, tali misure non si sono rivelate sufficienti a restituire totalmente la fiducia perduta ai risparmiatori.

 

Quel che i risparmiatori hanno vissuto peggio della crisi è stato scoprire la vulnerabilità dei propri istituti, forse ancor più delle perdite in sé. Prima del 2008, infatti, era convinzione comune che le banche di credito fossero infallibili, quasi come se i soldi che venivano loro affidati fossero custoditi in una sorta di caveau inviolabile che sarebbe rimasto chiuso in qualsiasi evenienza.

 

Questa visione errata, anche se in gran parte giustificabile visto il ruolo sociale di tutela del risparmio che la banca ricopre per sua natura, ha lasciato il passo al timore contrario: come se al primo sospetto che la banca abbia qualche problema i risparmi si smaterializzino improvvisamente e senza nessuna tutela; Ovviamente le cose non stanno così, e se proprio le cose dovessero andare per il verso sbagliato, la banca avrebbe comunque molte procedure da compiere per salvarsi, prima di usare i soldi dei propri clienti. Vedi approfondimento sul salvataggio delle banche

 

Quando la banca è sicura? Come si fa a conoscere il bilancio di una banca?

Comprendere lo stato di salute di un istituto bancario è formalmente molto semplice poiché, per legge, tutti i bilanci sono facilmente visionabili alla sezione “trasparenza” dei relativi siti internet. Tuttavia, come è facile intuire difficilmente un risparmiatore è in grado di ricavare conclusioni utili leggendo una corposa relazione tecnica.

Occorre quindi trovare una fonte autorevole che compia per noi uno sforzo di sintesi e ci renda fruibili tali informazioni, ma anche questo lavoro non è semplice come sembra anche perché ormai sotto la voce “banca” vi sono realtà molto diverse tra loro e quindi difficilmente comparabili. 

 

Come si comparano le banche?

Di sicuro, bisogna dimenticarsi gli elementi soggettivi con cui siamo abituati a scegliere.

Spesso si è fatta coincidere un’idea di sicurezza della banca con elementi che in realtà ne minano la sostenibilità nel tempo: le dimensioni per numero di sportelli ad esempio, o gli utili, o gli investimenti pubblicitari. Anche se è contro intuitivo, la banca più solida non è necessariamente quella più presente per le strade, o nei passaggi pubblicitari, e nemmeno quella che trae margini più alti dalla propria attività, ma al contrario è quella che riesce a dare il servizio di qualità nel modo più economico, anzi gli elementi di cui prima sono voci di costo che ne minacciano l’efficienza.

In passato, nel 2016, diverse fonti autorevoli: La Bocconi, Altroconsumo, La BCE, hanno stilato delle classifiche, che sono ancora consultabili, per stabilire quale fosse la banca più sicura. Quel che sorprende è che tali classifiche non coincidano pur prendendo in considerazione più o meno gli stessi dati.

 

Quali sono gli indicatori di solidità più attendibili?

Non esistono indicatori di solidità che possono essere ritenuti totalmente esatti ma ce ne sono due che rappresentano un buono strumento per la scelta: il Cet-1 e il Rwa.

Il Common Equity Tier (Cet-1) è il rapporto tra il capitale di un determinato istituto di credito e le sue attività impiegate sul mercato. Raccoglie il vero capitale di rischio, pertanto è l’indicatore che per ora sembra il più affidabile.  In linea generale il valore minimo indicato perché una banca possa considerarsi sicura è quello dell’8%

Il Risk-Weighted Assets (RWA), sono le attività ponderate per il rischio. Il Rwa rappresenta la sintesi dei principali fattori di rischio riconducibili ad un’attività finanziaria. Chiaramente più il rischio è basso tanto più la banca è affidabile. È un indicatore importante perché le banche con Rwa buono anche nelle fasi meno redditizie sono le più stabili.

 

Quando i risparmi sono invece a rischio?

A scanso di equivoci, quando una banca si trova in una situazione di dissesto a subire perdite sono “solo” i soldi dei suoi azionisti, obbligazionisti e in via residuale di coloro che hanno depositato cifre oltre 100 mila euro e unicamente per il capitale superiore a tale cifra.

Di conseguenza le giacenze medie e le somme investite non hanno alcuna rilevanza nelle sorti della banca. In ogni caso, se si vogliono tenere disponibili cifre sopra i 100 mila euro, si possono sempre adottare delle accortezze per non ricadere nell’eventuale commissariamento. Vedi approfondimento su come proteggersi da un dissesto

 

In conclusione:

Sono diverse le fonti autorevoli che mettono a disposizione classifiche alla ricerca della banca più sicura, ma anche in questo caso tali classifiche possono entrare in conflitto tra loro a seconda degli indicatori che prendono in considerazione.

Il consiglio è quindi quello di non fissarsi su trovare la banca con il bilancio migliore, quanto quella che soddisfi i requisiti di solidità e ci metta a disposizione i servizi più in linea le nostre caratteristiche di risparmiatore e investitore al minor costo.

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